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La Resurrezione di Lazzaro: Simbolismo della Morte e Rinascita nella Spiritualità e nella Gnosi

Da "I Quattro giorni di Lazzaro" e Ensitiv - Viaggiatore Astrale

(Gentilmente corretto dallo staff Nexus )

Ci sono forze cupe che lottano contro l’uomo. Forze che hanno volutamente ribattezzato ciò che è buono come cattivo e il cattivo come buono, affinché non si fosse più capaci di operare una netta distinzione tra bene e male, legittimando quest’ultimo. I saperi ed il vissuto che avrebbero facilitato la conoscenza e l’evoluzione del genere umano sono stati resi disprezzabili in quanto associati ai nomi che per tradizione incutono paura e distacco. La materia è stata resa custode del sacro e il sacro è stato oscurato dalla materia. L’uomo, nella sua natura ibrida, ingloba il bene e il male, il sacro e il profano, include l’Essenza Divina soggiogata e l’oscura materia perché entrambe si equilibrino e si compensino al fine di gestirne la duplice esistenza. La Vita è Morte, la Morte è Vita. Un ciclo continuo fino al totale ricongiungimento all’UNO Cosmico dove entrambe non avranno più motivo di esistere e di alternarsi. Chi per primo tentò di educare la razza umana a questa Verità fu Gesù. Tentò di farlo con esempi semplici, con prodigi che agivano sull’essenza divina, con la naturale disseminazione di Amore e Fratellanza, ma soprattutto tramite un evento molto significativo, foriero di un grande e profondo significato simbolico, volto all’educazione degli uomini sul mistero della morte e della resurrezione. Gesù viene pregato di raggiungere Lazzaro perché malato e morente, ma egli indugia ben due giorni perché guarire Lazzaro non sarebbe stato educativo. La guarigione sarebbe stata riduttivamente interpretata come uno fra i vari prodigi operati sull’anima e sul corpo che comunque già avevano stupito le folle e i discepoli. Gesù raggiunge Lazzaro di Betania quando sa che il suo corpo è ormai sepolto ed è impossibile ogni forma di sonno, morte apparente, o eventuale risveglio. I Vangeli narrano che quattro giorni separano la morte di Lazzaro dall’arrivo del Figlio dell’Uomo e dei suoi discepoli. È una precisazione da rimarcare poiché, secondo la Dottrina ufficiale, l’attesa era funzionale a dare risalto e continuità al credo ebraico per il quale la decomposizione del corpo inizia dal terzo giorno in poi. Quindi, la resurrezione sarebbe stata interpretata inequivocabilmente come un miracolo. Al di fuori dell’ufficialità interpretativa, analizziamo invece nei dettagli l’accadimento sotto il profilo della conoscenza nascosta. La prima valutazione che se ne trae è la costante ricorrenza del numero quattro: è il principale riferimento esoterico all’esistenza umana divisa in Nascita, Vita, Morte e “Resurrezione”. Gesù mostra ai discepoli ed ai presenti la capacità dello spirito di dominare la materia, in questo specifico caso il corpo, anche di fronte all’apparente certezza della morte, evento rispetto al quale l’uomo percepisce da sempre la propria condizione di impotenza. Attraverso il miracolo della resurrezione di Lazzaro viene lanciato, invece, un messaggio forte e preciso: “La morte non esiste, la morte è una rinascita poiché l’IO reale abita il corpo, ma non è il corpo.” La morte di Lazzaro avviene per malattia e passano quattro giorni sino all’arrivo di Gesù. L’Anima ha avuto modo di rendersi conto del suo nuovo stato, ma secondo la tradizione della conoscenza nascosta, è rimasta in prossimità del luogo di sepoltura e del corpo stesso. Gesù arriva dunque davanti al sepolcro... “Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti ringrazio che mi hai ascoltato. Io sapevo che sempre mi dai ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Il morto uscì, con i piedi e le mani avvolti in bende, e il volto coperto da un sudario. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare».”... Questi i quattro elementi fondamentali della gnosi: Gesù alzò gli occhi, Ringraziò il Padre, Chiamò Lazzaro, Il Cadavere uscì resuscitato. Cioè: “Luce, Consapevolezza, Esortazione ad uscire dal buio, Rinascita”.

Luce: il gesto del Cristo di alzare gli occhi assume una doppia valenza. La prima è che Gesù cerca con lo sguardo l’Anima di Lazzaro e la induce a rientrare dentro il corpo. La Vera Essenza riprende possesso sulla materia, vivificandola nuovamente superando la concezione stessa di Morte ed avvallando quella dell’eternità dello Spirito. La seconda valenza è che il gesto stesso è sinonimo di “ricerca di illuminazione”, di Luce e quindi Nascita. Simbolicamente: alzo gli occhi al cielo per godere della luce del Sole e dell’immensità del Cielo stesso, mi apro, mi illumino, quindi NASCO. Consapevolezza: Ringrazio il Padre, cioè riconosco me stesso in un contesto relazionale, dal quale traggo la consapevolezza di me stesso, del mio ruolo, della mia esistenza, della mia provenienza e dunque del fatto che VIVO. Esortazione alla Luce: L’esortazione ad uscire dal sepolcro, luogo buio e triste, ricalca perfettamente il concetto di MORTE. Gesù chiamò Lazzaro, un cadavere di ben quattro giorni, e lo invitò ad uscire dalla tomba: la morte come condizione ineludibile per la Rinascita. Il corpo del defunto che rinasce quale simbolo dell’uscita dalle tenebre dell’ignoranza e della mancanza di fede per accedere alla conoscenza, alla Gnosi, a Nuova Luce, cioè a nuova Nascita. Rinascita: “Scioglietelo e lasciatelo andare.” Da cosa andava sciolto Lazzaro oltre che dalle bende funebri? La RINASCITA, la consapevolezza della propria essenza spirituale, pongono Lazzaro in una condizione di capacità autonoma a svincolarsi dal concetto di materia. Autonomo, quindi libero di fronte alle folle. Da lì a breve il Figlio dell’Uomo sarebbe stato arrestato e crocifisso, sarebbe morto e resuscitato, ma la sua resurrezione, il potere dello Spirito sulla materia, non avrebbe avuto lo stesso significato se fosse rimasto confinato nel Divino, cioè se prima tale potere non si fosse trasmesso ad una qualunque altra persona. Gesù dimostra che chiunque può “resuscitare”, “risvegliarsi” o semplicemente “spiritualizzarsi”, cioè avere la consapevolezza che la propria essenza è fatta di spirito e non di materia, che il corpo non è altro che un mezzo che ci è stato affidato perché vivessimo questa particolare dimensione. Il pilota di questo mezzo è la nostra Anima che, nonostante sia legata al corpo, è totalmente indipendente dallo strumento che le consente la locomozione su questo Pianeta ed in questa realtà oggettiva. Focalizziamo l’attenzione su alcuni aspetti intrinseci di questo insegnamento: La morte è un evento che riguarda la sola materia. L’equivalente morte dello spirito è invece il Peccato. [...]
2015-03-09 16:39 Libri Anima